mercoledì 27 febbraio 2013

Excerpt

 

Il quartiere era cambiato parecchio da quando in così tanti avevano iniziato ad affiggere allo stipite della porta di casa la pergamena incorniciata del Liberty Charter. Con il chartismo erano arrivati, finalmente, la legge e l'ordine, portati dalle corti consuetudinarie alle quali la gente adesso si rivolgeva per ottenere giustizia ed essere risarcita quando qualcuno gli arrecava un danno. I tempi in cui chiunque riuscisse a fare due soldi doveva pagare il pizzo alla polizia, se prima non veniva derubato da qualche zenglendo, erano scomparsi insieme a tutti i burocrati corrotti che avevano sempre reso la vita degli abitanti del quartiere un inferno di soprusi e prepotenze.
Con la legge e con l'ordine, erano arrivati gli investimenti dei Chartisti, era arrivato il lavoro, e buste paghe regolari, banche e prestiti, la possibilità di risparmiare o investire, e la certezza della proprietà di ciò in cui mettevi il tuo denaro.
La trasformazione era stata tutt'altro che miracolosa o priva di passi indietro. C'erano stati investimenti sbagliati e falliti, passi troppo lunghi per la gamba, manifatture che avevano chiuso lasciando gli operai a spasso, e il caso dell'industria di spedizioni nella quale Géraud aveva lavorato per dieci anni, i cui magazzinieri come lui erano stati rimpiazzati in gran numero da carrelli mobili robotizzati.
Alcuni si erano persi d'animo, ma non Géraud. Avvantaggiandosi del fatto che i Chartisti avevano anche aperto scuole in cui si insegnava un po' di tutto, aveva usato i soldi della buonuscita per imparare un lavoro in cui non potesse venire sostituito da un robot, almeno per il prevedibile futuro.
Ma un quartiere che iniziava a prosperare era un ghiotto bersaglio per gli chimé delle aree circostanti, specialmente negli anni di disordine seguiti alla prima cacciata del Presidente Aristide. I costi della sicurezza avevano iniziato a lievitare con la domanda, ed era stato allora che avevano deciso di creare la Milizia. Géraud era stato tra le prime reclute volontarie, lui non aveva paura di battersi per conservare ciò che si era guadagnato. Quella paura l'aveva vista in azione sin dalla più tenera età, e sapeva bene dove portava: alla fame.
Da bambino aveva vissuto in campagna, nella Valle di Artibonite, dove suo padre era un agricoltore. Coltivavano patate dolci, un'impresa iniziata da suo bisnonno, e dopo alcune generazioni diventata abbastanza grande da far vivere dignitosamente la sua famiglia e quelle di una dozzina di braccianti. Suo padre aveva un socio al 50%, un Tonton Macoute di medio rango che abitava a Saint-Marc. Non che questo “socio” avesse investito del capitale nell'azienda, né che ci lavorasse in alcun modo, il suo contributo consisteva nel tenere lontani con la minaccia del suo nome gli altri Macoute, i piccoli criminali, e i vari avvoltoi del governo che avanzavano sempre nuove, fantasiose, pretese.
Un giorno il capo Macoute si era presentato alla fattoria insieme ad alcuni dei suoi uomini. Géraud li ricordava benissimo, tutti armati e con occhiali da sole, il socio di suo padre in camicia e pantaloni attillati, all'europea, gli altri in uniformi militari da campo. Una normale visita di controllo, come ne faceva ogni tanto. Solo che questa particolare volta, lì, in mezzo ai filari di patate dolci, il Macoute aveva dato a papà la notizia: il 50% dei ricavati non bastava più. La sua protezione avrebbe richiesto un altro 50%.
'Ma... 50% più 50%, fa 100%.' aveva obbiettato suo padre.
'Esatto.' aveva risposto il Macoute con un sorriso, e il sole che scintillava sulle lenti a specchio dei suoi Ray-Ban. Papà non aveva osato replicare. E in effetti, cosa avrebbe potuto dire?
Dopo un paio di anni di schiavitù e dieta di sole patate dolci, il capo Macoute, nel corso di un'altra fatidica visita, aveva detto a suo padre che non necessitava più dei suoi servigi, e gli aveva fatto firmare un atto di cessione dell'intera azienda. La famiglia aveva abbandonato la terra avita e si era trasferita armi e bagagli a Port-au-Prince, dove papà sperava di trovare un po' di lavoro. Géraud aveva barattato la fattoria alberata con una casa di mattoni forati non intonacati col tetto di lamiera ondulata a Delmas, vista sul canale di scolo delle fognature.
Poco prima della cacciata di Papa Doc, l'ex socio, ora proprietario al 100%, con notevole lungimiranza aveva venduto tutto ed era scappato in Florida. In seguito la mamma aveva cercato di convincere papà a rivolgersi ad una corte consuetudinaria chartista per cercare di riavere la terra. Lo sapevano tutti, che i Chartisti erano gli unici temuti anche dai Tonton Macoute. Ma papà non era mai stato fatto di quella pasta, era un contadino, non un guerriero. E comunque ormai era un uomo stanco, amareggiato.
Gli uomini di Delmas non avevano commesso lo stesso errore di suo padre. Minacciati dagli chimé e dalle milizie politiche anti-chartiste, avevano assunto un'agenzia di sicurezza che li aiutasse a creare una milizia di difesa del quartiere. 


da "Liberty Charter: Territori Liberi", di Max Balestra, Capitolo 16 - Alla Frontiera.


 
 

lunedì 18 febbraio 2013

L'attacco degli auto-pubblicati.

 

Quando ho deciso di scrivere, naturalmente sono passato attraverso l'inevitabile rituale di infilare il naso in quelli che io chiamo "libri su come scrivere libri", e tra tutti i writing coach il mio favorito è presto diventato l'Americano James Scott Bell. Credo di avere tutti i suoi testi, che sono senz'altro quelli che mi hanno insegnato di più. Seguo anche la sua colonna domenicale sul blog The Kill Zone, che trovo sempre incoraggiante.

Bell è un sostenitore dello scrivere sempre e scrivere tanto, del pubblicare il più possibile, e del rimettersi continuamente in gioco sfidandosi a sperimentare generi diversi. Il suo modello dichiarato sono gli scrittori della Grande Depressione, quelli che dovevano completare una storia e venderla per saldare il conto dal droghiere. Da questo punto di vista è poco sorprendente che, a differenza di altri scrittori "pubblicati", abbia abbracciato entusiasticamente l'autopubblicazione in formato digitale. Non solo la pratica egli stesso, ma l'incoraggia, sperando che si torni proprio a quei tempi delle dime novels, con gli scrittori chini sulla scrivania.

E' poco sorprendente perciò che James Scott Bell abbia aggiunto alla sua collezione di "libri su come scrivere libri" uno espressamente dedicato all'autopubblicazione in formato digitale, naturalmente rilasciato su Kindle Direct Publishing: Self-Publishing Attack! The 5 Absolutely Unbreakable Laws for Creating Steady Income Publishing Your Own Books.

Come già successo con gli altri libri di Bell, questo è il miglior testo sull'argomento che ho incontrato finora, perciò ho pensato di condividerne i consigli fondamentali.

Primo consiglio: pensate come un editore. In fondo, siete gli editori di voi stessi, e dovete fare tutto il lavoro "sporco". Secondo Bell, le case editrici sono alla ricerca di tre cose: 1) un libro che venda, 2) un libro che abbia una "voce" nuova e fresca, 3) un autore che continui a scrivere. Come editori di voi stessi, dovete assicurarvi di essere capaci di fare lo stesso.

Inoltre, dovete essere capaci di fare marketing, di promuovere ciò che pubblicate presso il lettore. in ultima analisi, di far sapere che i vostri romanzi, racconti, e poesie, esistono. Per il marketing, James Scott Bell propone un piano in quattro punti: 1) strategia di prezzatura, 2) presenza sui social media, 3) newsletter, 4) recensioni, interviste, e blogging.

Per ciò che riguarda i prezzi, devono essere ragionevoli, ma non troppo bassi (Bell propone (in $) .99 per un racconto, da 1.50 a 2.99 per un romanzo breve, e 3.99 per un romanzo di più di 50k parole).

La presenza sui social media deve puntare a costruire un rapporto con il lettore e con gli altri autori, e non alla auto-promozione spudorata, e dovrebbe essere limitata ad un numero contenuto di piattaforme (qualità piuttosto che quantità). In essenza, sui social media bisogna dare più di quanto si riceve.

Ma la pubblicazione di ebook ha particolarità non condivise dalla pubblicazione tradizionale, e James scott Bell si cura di evidenziarle, impartendo preziosi consigli su come scrivere una quarta di copertina e preparare un'anteprima, sull'importanza di scegliere un copertina efficace, sull'editing, sul trattare con i Beta Readers, sulla formattazione, e perfino sui diritti di copyright.

Infine Bell impartisce il consiglio più prezioso di tutti, quello di non mollare mai.

Se siete interessati all'autopubblicazione, questo testo può insegnarvi molto. In verità, la cosa più difficile, per un autore indipendente, rimane mettere in pratica i consigli di Bell sull'"ammazarsi di scrivere" e sul non perdersi mai d'animo.

lunedì 4 febbraio 2013

Castigo Cay di Matthew Bracken



  

In passato mi ero già imbattuto in alcuni romanzi di Matthew Bracken, ma dopo averli sfogliati, o aver letto un'anteprima, non mi ero mai deciso ad acquistarne uno. Mi sembrava che le trame fossero pretestuose e virassero su un cospirazionismo per il quale non ho mai avuto simpatia. Castigo Cay pende ideologicamente ancora un po' a destra, ma da un punto di vista narrativo rappresenta sicuramente un'evoluzione, una storia molto più raffinata di una becera teoria del complotto.

Di fatto, devo rendere omaggio a Matthew Bracken per aver saputo descrivere con grande perizia le forme di totalitarismo soft con le quali lo Stato moderno continua ad estendere il suo controllo sui cittadini. Bracken narra di un "mondo prossimo venturo" invasivo, ipercontrollato, e impoverito, con lo Stato di Diritto in continua ritirata, in cui l'unico modo per prosperare è affiliarsi in qualche maniera al governo e ai suoi patroni politici.

In questo mondo, un giovane veterano dell'Iraq viaggia per mare alla ricerca della sua libertà e indipendenza, a bordo di una goletta chiamata "Rebel Yell", accompagnato solo da un eclettico equipaggio che comprende un cuoco ex-vietcong e un medico di bordo argentino la cui famiglia è stata distrutta nel disordine post-crollo economico.

Tallonato dall'ufficio delle imposte, e da tutte le altre forma di pervasiva burocrazia statale che oramai rifiutano di concedere che esistiamo senza di essa, il nostro eroe sarà costretto a rischiare il rientro in patria per soccorrere una sua ex, che sospetta essere in pericolo ad opera di un sadico milionario senza scrupoli.

Un po' Orwell, un po' Conrad, il romanzo beneficia della conoscenza dell'autore, anch'egli come il protagonista navigatore esperto, dell'opaco mondo dei piccoli porticcioli turistici, delle isolette caraibiche che si sostengono con turismo e contrabbando, e delle pseudo-democrazie autocratiche dell'America Latina, alle quali la descrizione della Florida iper-statalista dell'ipotetico futuro deve molto.

Gli eroi della storia sono tutti ribelli, piccoli coraggiosi dissidenti impegnati a sfuggire al Leviatano come possono, meglio descritti nel paragrafo finale del romanzo: "Per fare una rivoluzione, per essere un rivoluzionario, devi credere in qualcosa. Qualche nuovo grande piano al quale tutti obbediscano. Ma per essere un ribelle, non devi credere in niente. Sei solo un ribelle, e vuoi solo restare libero."

Lo stile narrativo è un tantino prolisso e occasionalmente ripetitivo, ma niente che non si possa superare. Ho letto il romanzo fino alla fine e con piacere. L'unico altro punto negativo è la copertina, veramente dilettantesca, il che rappresenta un peccato capitale nel campo della pubblicazione elettronica indipendente. Se non ne avessi sentito parlar bene di Castigo Cay su un forum, non ne avrei mai scaricato un'anteprima vedendo solo la copertina tra i consigli Amazon, e anche per questo sono lieto di passare il testimone pubblicando questa recensione.

Castigo Cay.

domenica 3 febbraio 2013

In Memoria di Chris Kyle.



Chris Kyle, eroe di guerra, è stato assassinato ieri in Texas.

Kyle, era un ex-tiratore scelto dei Navy Seals definito "il più grande cecchino della storia d'America" per il suo record di 150 uccisioni confermate, e aveva raccontato la sua storia nel bestseller "American Sniper".

Ad Al-Qaida in Iraq, che aveva messo una taglia di $20000 sulla sua testa, era noto col nome di "Al-shatayn-a-Ramadi", il Diavolo di Ramadi.

Sembra che l'omicida sia un ex-Marine che soffre di PTSD, le cui motivazioni sono ancora sconosciute. Chris Kyle lascia moglie e due figli.

American Sniper è uno dei libri che ho letto per le mie ricerche, e mi ha insegnato molto non solo sul combattimento, ma soprattutto sui combattenti e su come affrontano gli orrori della guerra. E' un libro schietto e sincero come lo era Chris Kyle, che sicuramente entrerà negli annali della memorialistica di guerra.

Riposa in pace, Chris Kyle.

"Era mio dovere sparare al nemico, e non lo rimpiango. I miei rimpianti riguardano le persone che non ho potuto salvare: Marines, soldati, amici. Non sono un ingenuo, e non romanticizzo la guerra. I peggiori momenti della mia vita li ho passati da Navy Seal. Ma posso presentarmi di fronte a Dio con la coscienza pulita per aver fatto il mio lavoro." - Chris Kyle.



venerdì 1 febbraio 2013

Anche su Kobo.

Liberty Charter:Territori Liberi è ora in vendita anche su Kobo.

A essere completamente onesti, non so quanto durerà. Finora non sono molto entusiasta di Kobo. Dopo che il romanzo è stato accettato e messo in vendita, nessuno si è disturbato a contattarmi per farmelo sapere, l'ho dovuto scoprire da solo, cosa mai vista con Amazon o CreateSpace. Non sono inoltre sicuro se il romanzo è protetto da DRM o no, perché non sembra che Kobo offra la scelta. Invece, come ho detto in precedenza, non sono favorevole al DRM, e vorrei averla.

In ogni caso, dato che la mia intenzione è sempre stata di facilitare al massimo la reperibilità dei miei scritti per il lettore, ho scelto di servirmi anche di Kobo. Questo perché Kobo distribuisce in formato epub, e molti degli e-reader sul mercato italiano leggono di preferenza quel formato.

Ricordate comunque che, acquistando l'ebook su Amazon, potete facilmente convertirlo in epub seguendo queste semplici istruzioni.