lunedì 1 luglio 2013

L'arma che ha ucciso Osama (e quella che avrebbe potuto).



Io mi faccio delle pippe mentali che voi non credereste mai possibili.

L'altro giorno, per esempio, mi è venuto in mente che nella linea temporale alternativa in cui si ambienta il mio romanzo "Territori Liberi", Osama Bin Laden probabilmente sarebbe stato ucciso da un Solomon Rifle.

Seguitemi nel vortice della follia fantastorica armiera (se ne avete il coraggio).

L'arma che ha ucciso Osama Bin Laden è, a quanto riportato, un Heckler&Koch 416, versione di fabbricazione tedesca della carabina americana Colt M4.

L'Heckler&Koch 416

La stessa arma in versione tatti-figa

La storia dello sviluppo dell'H&K 416 è la seguente:

Nel 1979 lo U.S.Army crea la Delta Force, un reparto di élite destinato a combattere il terrorismo. Dato che si prevede che l'unità faccia un sacco di combattimento in spazi ristretti (liberazione di ostaggi, ecc.), i suoi operatori si mettono alla ricerca di una pistola-mitragliatrice adatta alla bisogna.

La prima pistola-mitragliatrice della Delta è in realtà il vecchio M3 Grease Gun della
Seconda Guerra Mondiale, ancora in servizio con l'esercito regolare e del quale c'è una grande disponibilità nei depositi. Ma il Grease Gun è un'arma antiquata e rozza, capace solo di fuoco automatico, con la quale non vorresti davvero ritrovarti a mirare a un terrorista che tiene la pistola alla tempia di un ostaggio. Ha però una caratteristica che gli operatori della Delta apprezzano molto: è camerata per il calibro .45ACP, che gli Americani all'epoca (e generalmente ancora oggi) preferiscono al 9mm parabellum.

Ma negli anni '80 la pistola mitragliatrice preferita da tutte le unità controterrorismo del mondo è camerata per il 9mm. Si tratta della Heckler&Koch MP5, che viene reputata l'arma migliore per quei particolari compiti per una serie di motivi, il principale trai quali è che spara ad otturatore chiuso, cosa che la rende molto più precisa di ogni altro concorrente. La scelta è quasi obbligata, e la MP5 diventa l'arma standard per il combattimento ravvicinato della Delta.

Sembra di capire che la Delta Force abbia chiesto alla H&K di creare una pistola-mitragliatrice che sparasse ad otturatore chiuso camerata per il calibro .45, e che la ditta tedesca abbia nicchiato fino a fine anni '90, introducendo infine la H&K UMP quando era troppo tardi.

Alla fine degli anni '90 le unità antiterrorismo stanno iniziando a cambiare idea sulle pistole-mitragliatrici come arma standard per il combattimento in spazi ristretti. Otturatore chiuso o no, le pistole-mitragliatrici sparano pur sempre una cartuccia da pistola, che può essere fermata dai giubbotti antiproiettile più leggeri. Inoltre, lo scenario con due terroristi barricati in una stanza con quattro o cinque ostaggi incomincia ad essere visto come antiquato. Nell'espugnare un edificio, o un gruppo di edifici, gli operatori possono facilmente ritrovarsi a combattere sia all'aperto che al chiuso nel corso della stessa missione (come successo a Mogadiscio nel 1993). In tali condizioni, essere armati con una MP5 significa imbracciare un'arma efficace solo fino a un centinaio di metri o poco più. Gli operatori iniziano perciò a guardare alle cosidette "sub-carbines", ovverosia fucili d'assalto con la canna accorciata. Molto accorciata.

Le forze per operazioni speciali americane hanno in inventario da molti anni proprio un'arma del genere. Si tratta del CAR15 (in alcune varianti chiamata XM177, o Colt Commando), una versione carabina del loro fucile M16 standard, la cui canna è stata accorciata della metà: da 20'' a 10''.

Ma c'è un problema. Nel CAR15 per dimezzare la canna è stato necessario accorciare drammaticamente anche il sistema di recupero del gas, che per chi non lo sapesse è quello che consente all'arma di funzionare a ripetizione. Il sistema di recupero del gas dell'M16/CAR15 è del tipo cosidetto "a sfruttamento diretto", e si presta male a questo tipo di giochetti. Di conseguenza, l'arma risulta piuttosto inaffidabile.

A questo punto della storia fa la sua entrata in scena il Sergente Maggiore Larry Vickers, sottufficiale in carica della unità Research&Development della Delta Force e grande esperto di armi (un ingegnere meccanico per formazione).

Larry Vickers con uno dei primi prototipi dell'H&K 416

Nel corso degli anni la Delta Force aveva finito per sviluppare un buon rapporto con la Heckler&Koch, e nel 2001, nel corso di una visita alla fabbrica di Oberndorf, Vickers avanza presso Ernst Mauch, l'allora CEO della compagnia tedesca, l'ipotesi di costruire un CAR15 maggiormente affidabile. L'idea sarebbe di mantenere la forma esteriore e i comandi dell'M16, al quale gli Americani sono abituati, sostituendo il sistema di funzionamento a sfruttamento diretto dei gas con uno con pistone a corsa corta, molto più facilmente adattabile a diverse lunghezze di canna.

Gli ingranaggi si mettono in moto su entrambe le sponde dell'Atlantico, e nel 2004 la Delta Force riceve i primi esemplari di serie del nuovo fucile, ora denominato H&K 416, interamente sviluppato in base alle specifiche dei suoi operatori.

Il successo dell'H&K 416 in mano alla Delta fa sì che venga adottato da molte altre unità per operazioni speciali in tutto il mondo, compresi i Navy Seals del DEVGRU. Nel 2010 il DEVGRU effettua un raid su un compound di Abbottabad, in Pakistan, durante il quale rimane ucciso "lo sceicco del terrore", Osama Bin Laden.

Il raid di Abbottabad ricostruito nel film "Zero Dark Thirty" (hours of boredom). Le armi sono H&K 416.

Fin qui la storia reale. Ma se la storia si fosse svolta nella linea temporale alternativa narrata in "Liberty Charter: Territori Liberi"?

Vediamo.

Tutti quelli che hanno letto il romanzo ricorderanno senz'altro che il fucile d'assalto favorito dei Territori Liberi, il Kalashnikov o AR-15 chartista, è l'immaginario Solomon Rifle, affettuosamente detto "Liberty Gun", camerato per l'altresì immaginario calibro 6,5x45mm.

Questa avrebbe dovuto essere un'immagine del Solomon Rifle. Ma siccome finora sono stato capace di produrre soltanto un modello 3D bruttissimo (sono uno scrittore, non un grafico), Solomon Kane è quanto di meglio ho potuto fare.

I lettori più attenti (o meglio quelli più ossessivi), ricorderanno anche che nel romanzo viene precisato che il Liberty Gun funziona con un affidabile sistema di recupero di gas con pistone a corsa corta e otturatore rotante. In pratica lo stesso di molte armi realmente esistenti, tra i quali l'H&K 416.

Ma non tutti sanno, anche perché me lo sono inventato io nel delineare la storia dello sviluppo del Solomon Rifle per il romanzo e non l'ho mai messo su carta (e perciò sarebbe forse il caso di dire che nessuno tranne me lo sa), che durante la Guerra Fredda la Solomon Firearms produsse varianti del suo fucile camerate anche per i più comuni calibri sovranisti (se quest'ultima parola vi risulta sconosciuta avete un po' di shopping da fare su Amazon, Kobo, o Createspace), come il 5,56 NATO e il 7,62 sovietico. Ma soprattutto produsse anche la Solomon PCC (Pistol Caliber Carbine), una variante pistola-mitragliatrice del Solomon Rifle, sia in calibro 9mm che in .45.

Torniamo perciò alla fondazione della Delta Force nel 1979. La neocostituita unità è alla ricerca di una pistola-mitragliatrice che spari ad otturatore chiuso e camerata per la cartuccia .45ACP. Nel mondo reale un'arma del genere non sarà disponibile prima di molti anni ancora, e la scelta di ripiego è la H&K MP5 in 9mm. Ma nella nostra linea temporale alternativa, la Solomon PCC è esattamente ciò che la Delta Force sta cercando. Viene perciò adottata.

Potremmo forse anche spingerci a ipotizzare che le forze per operazioni speciali occidentali abbiano a quel punto già una certa familiarità con il Liberty Gun. In fondo, i Territori Liberi del Charter hanno combattutto la Seconda Guerra Mondiale al fianco degli Alleati, e il Solomon Rifle sarebbe in tal caso stato l'unico vero fucile d'assalto disponibile. I Commandos di Winston Churchill sarebbero andati in azione contro i nazisti con LeeEnfield e Thompson avendo la possibilità di farsi spedire qualche Solomon Rifle attraverso il Canada? E a guerra finita, il ricostituito SAS si sarebbe gettato nella "Emergenza Malese" armato di carabine Winchester M1/M2, oppure avrebbe tirato fuori dai depositi qualche Liberty Gun rimasto dai tempi dei Commandos? In Vietnam, il MACV-SOG, al quale è stato dato ordine di utilizzare solo armi straniere per mantenere la "negabilità plausibile" durante le sue ricognizioni segrete in Laos e Cambogia, ha da scegliere tra il Carl Gustav M/45 e il Solomon Rifle. Scelta difficile?

Insomma, nessun esercito NATO adotta il Liberty Gun, che è camerato per un calibro non ortodosso, nel dopoguerra. Ma ce ne è sempre qualcuno in giro, da qualche parte, in fondo alle armerie delle unità "particolari", magari acquisito in pochi esemplari tramite canali insoliti...

In ogni caso, arrivano gli anni '90 e la Delta Force vuole abbandonare le sue pistole-mitragliatrici in favore di una "sub-carbine" affidabile. Deve avere un sistema a recupero di gas con pistone a corsa corta per funzionare al meglio anche con canne molto accorciate, e deve avere comandi già familiari agli operatori Delta.

A questo punto è molto più facile immaginare che il Sergente Maggiore Vickers, o chi per lui, piuttosto che a Oberndorf in Germania si rechi nel Territorio Libero dell'Arizona, a parlare con l'industria d'armi che già produce una versione calibro 5,56mm della pistola mitragliatrice che la sua unità usa già da tanti anni. Gli ingranaggi si mettono in moto su entrambe le sponde del Rio Grande, e nel giro di pochi anni i Chartisti hanno pronto un Solomon Rifle in calibro standard NATO costruito secondo le specifiche della Delta Force. E magari, siccome sono gente fatta così, ne mettono in vendita anche una versione civile che non è l'MR556.

Dalla Delta Force l'arma migra nelle mani di altre unità speciali, incluso il DEVGRU, e finisce per fare la storia ad Abbottabad.

Da qui in poi si possono immaginare un mucchio di scenari paralleli. Con il Solomon Delta (mica male come nome), richiesto da ogni altra unità speciale del mondo occidentale, la Heckler&Koch che insiste a proporre inutilmente il G36, gli Iraniani che ne producono un knock-off con la complicità dei Turchi che l'hanno adottato al posto dell'ora inesistente H&K 416. Esisterebbe o no l'H&K417? E l'M27 IAR sarebbe un Solomon Rifle modificato? E se il Pentagono si dovesse finalmente decidere a mettere un po' d'ordine nei suoi conti e nelle sue idee, e bandire una gara d'appalto per una nuova carabina che non finisca in nulla di fatto dopo anni di fondi buttati al vento in "ricerca", quante possibilità reali avrebbe il Solomon Delta di diventare il nuovo fucile d'assalto standard americano?

Ma direi che per oggi abbiamo già fatto abbastanza casino.

Per riassumere, correte subito a comprare "Liberty Charter: Territori Liberi" se non volete che Osama Bin Laden resusciti.


Max Balestra - Liberty Charter, Territori Liberi - Capitoli 1-3 by MaxBalestra

Progressi.


Nel corso del week-end ho finito di scrivere il primo atto del nuovo romanzo della serie Liberty Charter.

Sono spiacente, ma per leggerlo quelli tra di voi che non lavorano alla NSA dovranno aspettare ancora qualche mese.