Dopo averne sentito parlare bene per un po', ho finalmente deciso di mettere da parte il tempo per guardare "Justified", la serie televisiva "hillbilly noir" della FX.
Non si tratta di uno dei tanti polizieschi, ma di una serie d'autore. La storia originale si basa sul racconto "Fire in the Hole" di Elmore Leonord, prolifico scrittore noir e western americano, che in sessant'anni di carriera ha generato storie come "Quel treno per Yuma", "Jackie Brown", "Get Shorty", e "Out of Sight". Elmore Leonard figura anche tra i produttori esecutivi della serie, presumibilmente col compito di sorvegliare che essa non perda il suo originale spirito.
Il protagonista principale, lo U.S. Marshall Raylan Givens, era precedentemente apparso anche in due romanzi di Leonard: "Pronto" e "A Caro Prezzo". Si tratta di un poliziotto del 21° Secolo con l'anima (e i metodi) di uno del 19°. La serie inizia con Givens che, dopo essere rimasto coinvolto in una sparatoria legalmente giustificata (justified), ma politicamente scottante, viene allontanato dall'ufficio di Miami del Marshall Service e, letteralmente, rimandato da dove viene: la zona rurale orientale dello stato del Kentucky, al confine con il West Virginia. In pratica, il paese degli "hillbilly". Il "ritorno a casa" costringerà Raylan Givens a confrontarsi con il suo passato, perché la nativa Harlan County è un po' come la provincia italiana. Tutti quanti si conoscono, tutti quanti hanno "history", una storia che li lega nel passato, e spesso conti in sospeso.
A prestare il volto a Raylan Givens è stato chiamato Timothy Oliphant, il Seth Bullock di "Deadwood". Serie da me indimenticata, che rappresenta, insieme a "The Shield", il meglio della produzione anni 2000. Per come la vedo io, in "Justified" è come se finalmente Seth Bullock fosse credibile. Bullock, una figura molto simile a quella di Givens, è sempre stato uno dei personaggi più deboli di Deadwood, non a caso eclissato sulla scena dal suo antagonista, l'indimenticabile Al Swearengen interpretato da Ian McShane. Con la sua interpretazione del Marshall Givens, Timothy Oliphant finalmente si rifà.
La serie ruota soprattutto intorno all'ambientazione: un'America rurale fatta di miniere di carbone, fattorie, trailer park, fucili a pompa, lavori occasionali ed economia di sussistenza, piantagioni clandestine di marijuana, laboratori per la realizzazione della metanfetamina, e musica bluegrass. Ma sono soprattutto i personaggi a intrigare. Non solo quelli di supporto, come l'amico d'infanzia di Givens e ora principale antagonista, Boyd Crowder, ben interpretato da walton Goggins (The Shield), un criminale geniale, ma di provincia, un grosso pesce in un piccolo stagno, ma anche tutti i personaggi ricorrenti e occasionali.
Ed è in questo che si vede la bravura degli autori di "Justified". Nell'essere capaci di trasformare ogni piccolo episodio, ogni incontro dei Marshall nel corso delle loro investigazioni con un sospetto o un testimone, in un evento a sé. Mai noioso e a volte indimenticabile.
E questa è forse la parte migliore della serie, anche meglio delle attentamente studiate atmosfere, e delle trame generalmente convincenti.
La serie è già alla quarta stagione, io sono alla prima. Ci ho messo un po' a prenderci gusto (i primi 4-5 episodi), ma ne valeva la pena. Per guardarla in Inglese dovrete affinare l'orecchio all'accento campagnolo del Profondo Sud. In Italiano, è in onda da qualche parte sul satellite con il titolo: "L'uomo della Legge".
E nel frattempo beccatevi questa bluegrassata: la canzone della sigla.