Io mi faccio delle pippe mentali che
voi non credereste mai possibili.
L'altro giorno, per esempio, mi è
venuto in mente che nella linea temporale alternativa in cui si
ambienta il mio romanzo "Territori Liberi", Osama Bin Laden
probabilmente sarebbe stato ucciso da un Solomon Rifle.
Seguitemi nel vortice della follia
fantastorica armiera (se ne avete il coraggio).
L'arma che ha ucciso Osama Bin Laden è, a quanto riportato, un Heckler&Koch 416, versione di
fabbricazione tedesca della carabina americana Colt M4.
L'Heckler&Koch 416 |
La stessa arma in versione tatti-figa |
La storia dello sviluppo dell'H&K
416 è la seguente:
Nel 1979 lo U.S.Army crea la Delta
Force, un reparto di élite destinato a combattere il terrorismo.
Dato che si prevede che l'unità faccia un sacco di combattimento in
spazi ristretti (liberazione di ostaggi, ecc.), i suoi operatori si
mettono alla ricerca di una pistola-mitragliatrice adatta alla
bisogna.
La prima pistola-mitragliatrice della Delta è in realtà il vecchio M3 Grease Gun della
Seconda Guerra Mondiale, ancora in
servizio con l'esercito regolare e del quale c'è una grande
disponibilità nei depositi. Ma il Grease Gun è un'arma antiquata e
rozza, capace solo di fuoco automatico, con la quale non vorresti
davvero ritrovarti a mirare a un terrorista che tiene la pistola alla
tempia di un ostaggio. Ha però una caratteristica che gli operatori
della Delta apprezzano molto: è camerata per il calibro .45ACP, che
gli Americani all'epoca (e generalmente ancora oggi) preferiscono al
9mm parabellum.
Ma negli anni '80 la pistola
mitragliatrice preferita da tutte le unità controterrorismo del
mondo è camerata per il 9mm. Si tratta della Heckler&Koch MP5,
che viene reputata l'arma migliore per quei particolari compiti per
una serie di motivi, il principale trai quali è che spara ad
otturatore chiuso, cosa che la rende molto più precisa di ogni altro
concorrente. La scelta è quasi obbligata, e la MP5 diventa l'arma
standard per il combattimento ravvicinato della Delta.
Sembra di capire che la Delta Force
abbia chiesto alla H&K di creare una pistola-mitragliatrice che
sparasse ad otturatore chiuso camerata per il calibro .45, e che la
ditta tedesca abbia nicchiato fino a fine anni '90,
introducendo infine la H&K UMP quando era troppo tardi.
Alla fine degli anni '90 le unità
antiterrorismo stanno iniziando a cambiare idea sulle
pistole-mitragliatrici come arma standard per il combattimento in
spazi ristretti. Otturatore chiuso o no, le pistole-mitragliatrici
sparano pur sempre una cartuccia da pistola, che può essere fermata
dai giubbotti antiproiettile più leggeri. Inoltre, lo scenario con
due terroristi barricati in una stanza con quattro o cinque ostaggi incomincia
ad essere visto come antiquato. Nell'espugnare un edificio, o un
gruppo di edifici, gli operatori possono facilmente ritrovarsi a
combattere sia all'aperto che al chiuso nel corso della stessa
missione (come successo a Mogadiscio nel 1993). In tali condizioni,
essere armati con una MP5 significa imbracciare un'arma efficace solo
fino a un centinaio di metri o poco più. Gli operatori iniziano
perciò a guardare alle cosidette "sub-carbines", ovverosia
fucili d'assalto con la canna accorciata. Molto accorciata.
Le forze per operazioni speciali
americane hanno in inventario da molti anni proprio un'arma del
genere. Si tratta del CAR15 (in alcune varianti chiamata XM177, o
Colt Commando), una versione carabina del loro fucile M16 standard,
la cui canna è stata accorciata della metà: da 20'' a 10''.
Ma c'è un problema. Nel CAR15 per
dimezzare la canna è stato necessario accorciare drammaticamente
anche il sistema di recupero del gas, che per chi non lo sapesse è
quello che consente all'arma di funzionare a ripetizione. Il sistema
di recupero del gas dell'M16/CAR15 è del tipo cosidetto "a
sfruttamento diretto", e si presta male a questo tipo di
giochetti. Di conseguenza, l'arma risulta piuttosto inaffidabile.
A questo punto della storia fa la sua
entrata in scena il Sergente Maggiore Larry Vickers, sottufficiale in
carica della unità Research&Development della Delta Force e
grande esperto di armi (un ingegnere meccanico per formazione).
Larry Vickers con uno dei primi prototipi dell'H&K 416 |
Nel corso degli anni la Delta Force
aveva finito per sviluppare un buon rapporto con la Heckler&Koch,
e nel 2001, nel corso di una visita alla fabbrica di Oberndorf,
Vickers avanza presso Ernst Mauch, l'allora CEO della compagnia tedesca,
l'ipotesi di costruire un CAR15 maggiormente affidabile. L'idea sarebbe
di mantenere la forma esteriore e i comandi dell'M16, al quale gli
Americani sono abituati, sostituendo il sistema di funzionamento a
sfruttamento diretto dei gas con uno con pistone a corsa corta, molto
più facilmente adattabile a diverse lunghezze di canna.
Gli ingranaggi si mettono in moto su
entrambe le sponde dell'Atlantico, e nel 2004 la Delta Force riceve i
primi esemplari di serie del nuovo fucile, ora denominato H&K
416, interamente sviluppato in base alle specifiche dei suoi
operatori.
Il successo dell'H&K 416 in mano
alla Delta fa sì che venga adottato da molte altre unità per
operazioni speciali in tutto il mondo, compresi i Navy Seals del
DEVGRU. Nel 2010 il DEVGRU effettua un raid su un compound di
Abbottabad, in Pakistan, durante il quale rimane ucciso "lo
sceicco del terrore", Osama Bin Laden.
Il raid di Abbottabad ricostruito nel film "Zero Dark Thirty" (hours of boredom). Le armi sono H&K 416. |
Fin qui la storia reale. Ma se la
storia si fosse svolta nella linea temporale alternativa narrata in
"Liberty Charter: Territori Liberi"?
Vediamo.
Tutti quelli che hanno letto il romanzo
ricorderanno senz'altro che il fucile d'assalto favorito dei
Territori Liberi, il Kalashnikov o AR-15 chartista, è l'immaginario
Solomon Rifle, affettuosamente detto "Liberty Gun",
camerato per l'altresì immaginario calibro 6,5x45mm.
I lettori più attenti (o meglio quelli
più ossessivi), ricorderanno anche che nel romanzo viene precisato
che il Liberty Gun funziona con un affidabile sistema di recupero di
gas con pistone a corsa corta e otturatore rotante. In pratica lo
stesso di molte armi realmente esistenti, tra i quali l'H&K 416.
Ma non tutti sanno, anche perché me lo
sono inventato io nel delineare la storia dello sviluppo del Solomon
Rifle per il romanzo e non l'ho mai messo su carta (e perciò sarebbe
forse il caso di dire che nessuno tranne me lo sa), che durante la
Guerra Fredda la Solomon Firearms produsse varianti del suo fucile
camerate anche per i più comuni calibri sovranisti (se quest'ultima parola vi
risulta sconosciuta avete un po' di shopping da fare su Amazon, Kobo,
o Createspace), come il 5,56 NATO e il 7,62 sovietico. Ma soprattutto
produsse anche la Solomon PCC (Pistol Caliber Carbine), una variante
pistola-mitragliatrice del Solomon Rifle, sia in calibro 9mm che in
.45.
Torniamo perciò alla fondazione della
Delta Force nel 1979. La neocostituita unità è alla ricerca di una
pistola-mitragliatrice che spari ad otturatore chiuso e camerata per
la cartuccia .45ACP. Nel mondo reale un'arma del genere non sarà
disponibile prima di molti anni ancora, e la scelta di ripiego è la
H&K MP5 in 9mm. Ma nella nostra linea temporale alternativa, la
Solomon PCC è esattamente ciò che la Delta Force sta cercando.
Viene perciò adottata.
Potremmo forse anche spingerci a
ipotizzare che le forze per operazioni speciali occidentali abbiano a
quel punto già una certa familiarità con il Liberty Gun. In fondo,
i Territori Liberi del Charter hanno combattutto la Seconda Guerra
Mondiale al fianco degli Alleati, e il Solomon Rifle sarebbe in tal
caso stato l'unico vero fucile d'assalto disponibile. I Commandos di
Winston Churchill sarebbero andati in azione contro i nazisti con LeeEnfield e Thompson avendo la possibilità di farsi spedire qualche
Solomon Rifle attraverso il Canada? E a guerra finita, il
ricostituito SAS si sarebbe gettato nella "Emergenza Malese"
armato di carabine Winchester M1/M2, oppure avrebbe tirato fuori dai
depositi qualche Liberty Gun rimasto dai tempi dei Commandos? In
Vietnam, il MACV-SOG, al quale è stato dato ordine di utilizzare solo armi straniere per mantenere la
"negabilità plausibile" durante le sue ricognizioni
segrete in Laos e Cambogia, ha da scegliere tra il Carl Gustav M/45 e
il Solomon Rifle. Scelta difficile?
Insomma, nessun esercito NATO adotta il
Liberty Gun, che è camerato per un calibro non ortodosso, nel
dopoguerra. Ma ce ne è sempre qualcuno in giro, da qualche parte, in
fondo alle armerie delle unità "particolari", magari
acquisito in pochi esemplari tramite canali insoliti...
In ogni caso, arrivano gli anni '90 e
la Delta Force vuole abbandonare le sue pistole-mitragliatrici in
favore di una "sub-carbine" affidabile. Deve avere un
sistema a recupero di gas con pistone a corsa corta per funzionare al
meglio anche con canne molto accorciate, e deve avere comandi già
familiari agli operatori Delta.
A questo punto è molto più facile
immaginare che il Sergente Maggiore Vickers, o chi per lui, piuttosto
che a Oberndorf in Germania si rechi nel Territorio Libero
dell'Arizona, a parlare con l'industria d'armi che già produce una
versione calibro 5,56mm della pistola mitragliatrice che la sua unità
usa già da tanti anni. Gli ingranaggi si mettono in moto su entrambe
le sponde del Rio Grande, e nel giro di pochi anni i Chartisti hanno
pronto un Solomon Rifle in calibro standard NATO costruito secondo le
specifiche della Delta Force. E magari, siccome sono gente fatta
così, ne mettono in vendita anche una versione civile che non è
l'MR556.
Dalla Delta Force l'arma migra nelle
mani di altre unità speciali, incluso il DEVGRU, e finisce per fare
la storia ad Abbottabad.
Da qui in poi si possono immaginare un
mucchio di scenari paralleli. Con il Solomon Delta (mica male come
nome), richiesto da ogni altra unità speciale del mondo occidentale,
la Heckler&Koch che insiste a proporre inutilmente il G36, gli
Iraniani che ne producono un knock-off con la complicità dei Turchi
che l'hanno adottato al posto dell'ora inesistente H&K 416. Esisterebbe o no
l'H&K417? E l'M27 IAR sarebbe un Solomon Rifle
modificato? E se il Pentagono si dovesse finalmente decidere a
mettere un po' d'ordine nei suoi conti e nelle sue idee, e bandire
una gara d'appalto per una nuova carabina che non finisca in nulla di
fatto dopo anni di fondi buttati al vento in "ricerca", quante possibilità
reali avrebbe il Solomon Delta di diventare il nuovo fucile d'assalto
standard americano?
Ma direi che per oggi abbiamo già
fatto abbastanza casino.
Per riassumere, correte subito a comprare "Liberty Charter: Territori Liberi" se non volete che Osama Bin Laden resusciti.
Max Balestra - Liberty Charter, Territori Liberi - Capitoli 1-3 by MaxBalestra
Seguire l'eucronia fino alla fine insomma.
RispondiEliminaAh! Un po' di "love" per questo post. Meno male.
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