Quando ero bambino, mia madre non solo era una lettrice, ma amava particolarmente le storie di mistero e avventura. C'era sempre una pila de "I Gialli Mondadori" e di "Segretissimo" sul suo comodino, e in giro per la casa storie di spionaggio all'inglese, Frederick Forsythe e John Le Carré soprattutto. Anche molte storie di guerra, come quelle di Sven Hassel, e libri sulla storia della Seconda Guerra Mondiale come "Una Cortina di Bugie". Mia madre riconduceva il suo interesse per la narrativa di questo genere all'essere cresciuta durante la guerra.
Negli anni dell'adolescenza scoprii autori come Tom Clancy e Harold Coyle, e più tardi iniziò il filone degli ex-Forze Speciali, come Richard Marcinko, Andy McNab e Chris Ryan. Pur essendo diventato, in età adulta, principalmente un lettore di saggistica, ed aver letto la mia parte di classici e di narrativa letteraria, l'azione/avventura è sempre rimasto il mio genere narrativo d'intrattenimento d'elezione. Difficilmente passava un anno senza che ne leggessi almeno un paio, e sono stato perfino capace di finire l'intera serie Aubrey/Maturin di Patrick O'Brian (21 romanzi).
Avevo mai pensato, nel corso degli anni, di mettermi a scrivere anch'io? Quale lettore accanito non l'ha fatto? Ma non avevo mai preso l'idea troppo seriamente. Finché alcuni anni fa non mi sono ritrovato sopraffatto dalla passività di miei stessi hobby. Cinema, televisione, internet, tutte cose che ti rendono consumatore della creatività altrui. Sentivo il bisogno di rimettere in funzione le sinapsi.
Con i miei precedenti, era prevedibile che una volta presa la decisione di scrivere, la scelta del genere di romanzo cadesse sul tecno-thriller.
La maggior parte degli scrittori del genere sembrano essere ex-spie o ex-commandos, cosa che mi faceva sentire meno che adeguato, ma era pure vero che negli '00 la qualità complessiva di questo tipo di romanzi sembrava essere un po' in caduta (secondo me, il genere sta iniziando a riprendersi giusto ora), e questo mi privava delle storie che mi sarebbe piaciuto leggere. Motivo di più per mettersi a scriverle.
Ma non vedevo il motivo di scrivere storie sul SAS o sui Navy Seals quando ci sono già ex-SAS e ex-Navy Seals che lo fanno. Seguendo l'adagio che dice che tutti vogliamo leggere storie che siano familiari, ma con qualcosa di nuovo ed eccitante, ho pensato che se volevo scrivere qualcosa di originale, dovevo ribaltare il genere. Solo il necessario.
Qualche anno prima, ispirato dalla lettura di un libro sulla storia del nordamerica, avevo scritto, per puro sfizio, una linea temporale alternativa in cui a partire dal '700 (sapete, quegli anni in cui c'erano tante idee su come cambiare il mondo) una parte di quelle che oggi sono nazioni-Stato, o parti di nazioni, si sono evolute come aree prive di un governo sovrano, all'interno delle quali la gente si coordina tramite libera contrattazione.
Mi stuzzicava l'idea di poter giocare con i temi etici della libertà individuale e della rinuncia alla stessa in cambio della sicurezza e protezione fornita da un governo. Perciò ho deciso di fare uso della mia linea temporale alternativa del “Liberty Charter” come ambientazione per il mio primo romanzo, che come genere, rimane comunque un azione/avventura/tecno-thriller. E così, dopo un periodo di lavoro di ricerca, sono partito con lo scrivere.
E qui mi sono accorto che scrivere non è classificabile tra gli hobby rilassanti. È piuttosto del tipo faticoso e appagante, ma rilassante proprio no. Per mia fortuna non ero alla ricerca di relax, ma di rigenerazione creativa, e l'ho trovata. La stesura è stata lunga, e il lavoro di editing ancora più lungo, ma alla fine, grazie anche all'incoraggaimento di molti amici che mi hanno sostenuto lungo la via, ho terminato il mio primo romanzo.
Ora che l'avevo terminato, il dilemma era cosa farne. Scartata la possibilità di pubblicarlo, vendere un milione di copie, e ritirarsi in campagna, alla quale non ho mai creduto e che non è mai stata la mia fonte di motivazione, rimaneva da decidere se condividerlo con qualcuno oltre i miei beta readers o no.
Da questo punto di vista
l'autopubblicazione in formato elettronico tramite Amazon Kindle Direct Publishing, e in formato cartaceo con CreateSpace era, per uno
come me, la soluzione a dir poco ideale: nessun investimento iniziale
per l'autore (se non in ore di lavoro per formattare il testo,
disegnare la copertina, e tanti altri piccoli compiti), basso costo
di acquisto, e reperibilità costante ed immediata per il lettore.
E così ho deciso di “andare indie”, rendendo disponibile Liberty Charter: Territori Liberi su Amazon in formato elettronico e stampato “print on demand”. La versione elettronica è già disponibile, mentre quella cartacea dovrebbe esserlo a breve.
La sinossi del romanzo è la seguente:
Il
Territorio Libero della California fa parte della grande rete globale
di aree prive di un governo sovrano i cui abitanti si riconoscono nel
Liberty Charter, un documento anarchico stilato da filosofi liberali,
che dal 1770 ispira uomini e donne in tutto il mondo a staccarsi
dalle nazioni nelle quali sono nati per vivere fuori dal controllo
del Leviatano statale.
Ed è anche l'unico posto, tra tutti quelli in cui è cresciuto, in cui Corvin Szekeres, figlio di lavoratori itineranti ungheresi, si sia mai sentito veramente a suo agio. Tanto che, quando i suoi genitori hanno deciso di tornare a vivere in Europa, Corvin è rimasto a Los Angeles, optando di provvedere al suo mantenimento e ai suoi studi da solo.
Ed è anche l'unico posto, tra tutti quelli in cui è cresciuto, in cui Corvin Szekeres, figlio di lavoratori itineranti ungheresi, si sia mai sentito veramente a suo agio. Tanto che, quando i suoi genitori hanno deciso di tornare a vivere in Europa, Corvin è rimasto a Los Angeles, optando di provvedere al suo mantenimento e ai suoi studi da solo.
Ma
ora che è stato ammesso alla prestigiosa Nissim University di
Liberty Bay, dalla retta altrettanto prestigiosa, a Corvin occorre
una nuova fonte di introiti.
La
soluzione è andare a lavorare come “contractor” per le agenzie
di sicurezza collegate alle corti consuetudinarie di giustizia,
organizzazioni di arbitrato che mantengono la legge nei Territori
Liberi del Charter.
Il
nuovo lavoro porterà Corvin, in compagnia del suo miglior amico
Jean-Rene Saintvil, e di una variopinta squadra di Chartisti
provenienti da tutti i Territori Liberi del mondo, in azione in giro
per il pianeta.
Dall'Iraq
ancora sconvolto dall'insurrezione post-invasione USA, ad Haiti
devastata dal terremoto, e fin nella piccola enclave
extraterritoriale chartista su suolo britannico dei London Docklands.
Per
pagare i suoi studi supportando la legge consuetudinaria del Charter,
Corvin dovrà scontrarsi con organizzazioni criminali, guerriglieri,
terroristi, e con i loro finanziatori ed ideologi.
Ma
difendere l'esistenza delle ultime zone ancora non sotto il controllo
di uno Stato, è solo un lavoro come un altro?
Possono
le ultime terre libere del pianeta sopravvivere in un mondo dominato
da governi sovrani?
I primi tre capitoli di Liberty
Charter: Territori Liberi, sono gratuitamente scaricabili in formato
.pdf su Scribd. Il romanzo completo può essere acquistato su Amazon, oppure direttamente tramite Kindle, selezionando "shop in Kindle Store".
Max Balestra - Liberty Charter, Territori Liberi - Capitoli 1-3
L'intenzione sarebbe quella di continuare. Sto già facendo ricerche per il romanzo numero due della serie, e spero di poter mettere a frutto alcune altre idee. Essendo lo scrivere un'attività del tempo libero, non è facile assicurare una produzione regolare, ma se le cose vanno fatte, tanto vale farle per bene, ed è per questo che ho dato il via a questo blog dedicato allo scrivere come autore "indie". Spero lo seguirete.
L'intenzione sarebbe quella di continuare. Sto già facendo ricerche per il romanzo numero due della serie, e spero di poter mettere a frutto alcune altre idee. Essendo lo scrivere un'attività del tempo libero, non è facile assicurare una produzione regolare, ma se le cose vanno fatte, tanto vale farle per bene, ed è per questo che ho dato il via a questo blog dedicato allo scrivere come autore "indie". Spero lo seguirete.
Nessun commento:
Posta un commento