lunedì 4 febbraio 2013

Castigo Cay di Matthew Bracken



  

In passato mi ero già imbattuto in alcuni romanzi di Matthew Bracken, ma dopo averli sfogliati, o aver letto un'anteprima, non mi ero mai deciso ad acquistarne uno. Mi sembrava che le trame fossero pretestuose e virassero su un cospirazionismo per il quale non ho mai avuto simpatia. Castigo Cay pende ideologicamente ancora un po' a destra, ma da un punto di vista narrativo rappresenta sicuramente un'evoluzione, una storia molto più raffinata di una becera teoria del complotto.

Di fatto, devo rendere omaggio a Matthew Bracken per aver saputo descrivere con grande perizia le forme di totalitarismo soft con le quali lo Stato moderno continua ad estendere il suo controllo sui cittadini. Bracken narra di un "mondo prossimo venturo" invasivo, ipercontrollato, e impoverito, con lo Stato di Diritto in continua ritirata, in cui l'unico modo per prosperare è affiliarsi in qualche maniera al governo e ai suoi patroni politici.

In questo mondo, un giovane veterano dell'Iraq viaggia per mare alla ricerca della sua libertà e indipendenza, a bordo di una goletta chiamata "Rebel Yell", accompagnato solo da un eclettico equipaggio che comprende un cuoco ex-vietcong e un medico di bordo argentino la cui famiglia è stata distrutta nel disordine post-crollo economico.

Tallonato dall'ufficio delle imposte, e da tutte le altre forma di pervasiva burocrazia statale che oramai rifiutano di concedere che esistiamo senza di essa, il nostro eroe sarà costretto a rischiare il rientro in patria per soccorrere una sua ex, che sospetta essere in pericolo ad opera di un sadico milionario senza scrupoli.

Un po' Orwell, un po' Conrad, il romanzo beneficia della conoscenza dell'autore, anch'egli come il protagonista navigatore esperto, dell'opaco mondo dei piccoli porticcioli turistici, delle isolette caraibiche che si sostengono con turismo e contrabbando, e delle pseudo-democrazie autocratiche dell'America Latina, alle quali la descrizione della Florida iper-statalista dell'ipotetico futuro deve molto.

Gli eroi della storia sono tutti ribelli, piccoli coraggiosi dissidenti impegnati a sfuggire al Leviatano come possono, meglio descritti nel paragrafo finale del romanzo: "Per fare una rivoluzione, per essere un rivoluzionario, devi credere in qualcosa. Qualche nuovo grande piano al quale tutti obbediscano. Ma per essere un ribelle, non devi credere in niente. Sei solo un ribelle, e vuoi solo restare libero."

Lo stile narrativo è un tantino prolisso e occasionalmente ripetitivo, ma niente che non si possa superare. Ho letto il romanzo fino alla fine e con piacere. L'unico altro punto negativo è la copertina, veramente dilettantesca, il che rappresenta un peccato capitale nel campo della pubblicazione elettronica indipendente. Se non ne avessi sentito parlar bene di Castigo Cay su un forum, non ne avrei mai scaricato un'anteprima vedendo solo la copertina tra i consigli Amazon, e anche per questo sono lieto di passare il testimone pubblicando questa recensione.

Castigo Cay.

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